Utilizzare il lignosolfonato per produrre energia? È ora possibile grazie al Rensselaer Polytechnic Institute


Continua a crescere la necessità di trovare soluzioni innovative per produrre energia da fonti alternative ai combustibili fossili. A farne da esempio è il Rensselaer Polytechnic Institute, negli Stati Uniti, dove un team di ricercatori ha studiato le potenzialità del lignosolfonato – uno dei rifiuti dell’industria cartaria – nel campo dell’energy storage e ha sviluppato un metodo efficace e sostenibile per utilizzare questa biomassa col fine di costruire batterie litio-zolfo ricaricabili. Nella sua forma elementare, lo zolfo non è conduttivo, ma lo diventa se combinato con il carbonio a temperature elevate. Di contro però, può facilmente dissolversi nell’elettrolita della batteria, causando il deterioramento degli elettrodi dopo solo pochi cicli. Questa tecnica fornisce un modo semplice per creare un catodo ottimale a base di zolfo da una singola materia prima. Ma soprattutto permette di imprigionare lo zolfo nel carbonio evitando che “si mescoli” all’elettrolita. Il team di ricercatori ha inoltre affermato che il prototipo di batteria al litio-zolfo, che attualmente ha le dimensioni di una pila da orologio e può essere ricaricata circa 200 volte, verrà perfezionato ulteriormente in futuro ridimensionando il dispositivo per aumentare la velocità di carica/scarica e la durata del ciclo della batteria.

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