Petrobras e Total stringono patto per le rinnovabili


Petrobras, Total e Total Eren siglano un accordo d’intesa (Memorandum Of Understanding) per valutare la possibilità di una joint venture nel settore delle rinnovabili. I due player mondiali dell’Oil&Gas, nello specifico, starebbero analizzando la possibilità di fare investimenti per lo sviluppo dell’eolico e del solare. A riferirlo è l’autorevole “Le Monde” in un recente articolo. L’obiettivo sarebbe quello di sfruttare il forte potenziale di energia rinnovabile del Brasile, in particolare nel nord-est del paese, ha spiegato Nelson Silva, direttore dell’organizzazione e dei sistemi di gestione di Petrobras, dopo l’annuncio dell’intesa. Silva ha negato che il gigante statale brasiliano abbia perso terreno nelle energie rinnovabili, affermando che la compagnia si è concentrata molto sull’esplorazione di petrolio e gas nel 2017 a causa di vincoli finanziari. “Eravamo in una situazione finanziaria speciale e ci siamo concentrati sulla ripresa finanziaria della compagnia”, ha spiegato. Petrobras ha chiuso gli ultimi quattro anni in rosso, anche se la perdita netta è stata significativamente ridotta lo scorso anno: 446 milioni di reais nel 2017 ($ 139,7 milioni), contro 14.824 miliardi di reais dell’anno precedente ($ 4.255 miliardi). Nelson Silva ha anche precisato che il volume degli investimenti di Petrobras e Total non è stato ancora definito, né la partecipazione di ciascuna società. “Dobbiamo prima analizzare le opportunità e poi determinare se abbiamo i mezzi per presentare progetti fattibili”, ha aggiunto. Petrobras gestisce già quattro parchi eolici con 104 megawatt installati e un impianto di ricerca e sviluppo di 1,1 megawatt di energia solare nello stato di Rio Grande do Norte. Total Eren, che detiene il 23% di Total, è specializzata nello sviluppo di progetti eolici, solari e idroelettrici. Già nel 2016, Petrobras e Total hanno stretto un’alleanza strategica per esplorare congiuntamente nuove opportunità in Brasile e in altri paesi.

Il vetro intelligente che vale 1 milione di euro


Vale un milione di euro la finestra intelligente sviluppata dall’Università Milano-Bicocca. A tanto ammonta la cifra investita da Glass to Power, spin-off dell’Ateneo milanese. Un vero successo dell’innovazione in ambito accademico che rappresenta uno dei più importanti investimenti mai registrati in Italia per acquisire una famiglia di brevetti sviluppati nell’ambito dell’attività di una Università pubblica. Tutto questo a meno di cinque anni dai primi dati della ricerca sviluppata dai professori Sergio Brovelli e Francesco Meinardi del Dipartimento di Scienza dei materiali (2014) e a meno di due anni dalla costituzione di Glass to Power nel settembre 2016, con l’obiettivo di iniziare una vera e propria commercializzazione all’inizio del 2019. La tecnologia inserita nella finestra è la LSC – Luminescent Solar Concentrator, che fa uso di nanocristalli inseriti in lastre di plexiglass. I nanocristalli convertono la luce solare in raggi infrarossi che vengono riflessi all’interno del pannello fino ad arrivare al bordo dello stesso. Qui una sottile striscia di celle fotovoltaiche al silicio converte i fotoni infrarossi in corrente elettrica con un’elevata efficienza. L’energia fluisce invisibile dai vetri trasparenti delle finestre delle case, degli uffici, dei centri commerciali, direttamente ai sistemi di accumulo o per l’impiego immediato da parte di qualsiasi utenza.

California: ecco la nuova mossa verso una produzione di energia sempre più sostenibile


La Commissione Energia della California ha rafforzato il suo impegno per lo sviluppo di sistemi sempre più sostenibili firmando un accordo che prevede l’obbligo per tutte le case monofamiliari e i condomini costruiti a partire dal 2020 di dotarsi di pannelli solari. Questa iniziativa nasce dalla necessità di trovare soluzioni alternative per la produzione di energia elettrica, che al momento è ancora largamente dominata dal carburante proveniente da fonti fossili, che ha tuttora una quota complessiva del 62,7%. L’obiettivo fissato dalla Commissione è quello di raggiungere lo «zero net energy», ovvero la modalità per cui ogni edificio dovrà consumare lo stesso quantitativo di energia che riesce ad accumulare con i pannelli solari. Non si tratta di un risparmio energetico banale, considerando che, secondo le previsioni, nel 2020 saranno costruite in California circa 117 mila abitazioni singole e 48 mila per più nuclei familiari.

Energia: l’Europa fissa al 35% il nuovo obiettivo per efficienza e rinnovabili


Il Parlamento europeo ha approvato i nuovi obiettivi vincolanti a livello Ue. Essi prevedono «un miglioramento del 35% dell’efficienza energetica, una quota minima pari almeno al 35% di energia da fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia e una quota del 12% di energia da fonti rinnovabili nei trasporti entro il 2030. Per raggiungere tali obiettivi, gli Stati membri dell’Ue «sono invitati a fissare le necessarie misure nazionali, che saranno monitorate secondo le nuove regole sulla governance dell’Unione dell’energia». Il 35% è l’obiettivo minimo richiesto dalle associazioni ambientaliste e dalle imprese delle rinnovabili ed è comunque un passo avanti rispetto al precedente obiettivo del 27% previsto dalla Commissione europea. L’obiettivo vincolante del 35% per le energie rinnovabili è stato approvato con 492 voti favorevoli, 88 contrari e 107 astensioni e gli eurodeputati affermano che «Nel 2030 la quota di energie rinnovabili deve essere pari al 35% del consumo energetico dell’Ue. Dovrebbero inoltre essere fissati obiettivi nazionali, dai quali gli Stati membri sarebbero autorizzati a discostarsi, a determinate condizioni, fino a un massimo del 10%».

Rinnovabili: consumo Ue nel 2016 sale a 17%, Italia al 17,4%


Continua a crescere il consumo delle energie rinnovabili in Europa. Nel 2016 la quota di energia prodotta da fonti pulite nel consumo finale lordo ha raggiunto il 17% in tutta l’Unione Europea, raddoppiando quasi il dato del 2004 (all’8,5%). È quanto emerge dai dati Eurostat. L’obiettivo dell’Ue è quello di ottenere entro il 2020 il 20% del consumo finale lordo di energia da fonti rinnovabili e almeno il 27% entro il 2030. Attualmente il record in termini di quota più elevata di energia prodotta da rinnovabili appartiene alla Svezia, nelle ultime posizioni invece si trovano Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi. Dal 2004, la quota di fonti rinnovabili nel consumo finale lordo di energia è cresciuta significativamente in tutti gli Stati membri, osserva Eurostat. Rispetto al 2015, è aumentata in 15 dei 28 Stati membri. Con oltre la metà (53,8%) dell’energia prodotta da fonti rinnovabili nel suo consumo finale lordo di energia, la Svezia è stata di gran lunga il paese con la maggiore penetrazione di fonti pulite nel 2016, davanti alla Finlandia (38,7%), alla Lettonia (37,2%), all’Austria (33,5%) e alla Danimarca (32,2%). Contrariamente, la percentuale più basse di energie rinnovabili sono state registrate in Lussemburgo (5,4%), a Malta e nei Paesi Bassi (entrambi il 6%). Rispetto agli obiettivi previsti in materia di rinnovabili, su 28 Stati membri dell’Ue, undici hanno già raggiunto il livello richiesto per il 2020: Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Croazia, Italia, Lituania, Romania, Finlandia, Svezia, Ungheria e Ungheria. L’Austria è distante meno di 1 punto percentuale mentre i Paesi Bassi (8%), Francia (7%), Irlanda (6,5%), Regno Unito (5,7%) e Lussemburgo (5,6%) sono i più lontani dai loro obiettivi. L’Italia si posiziona sopra la media Ue, con un 17,4%.