Utilizzare il lignosolfonato per produrre energia? È ora possibile grazie al Rensselaer Polytechnic Institute


Continua a crescere la necessità di trovare soluzioni innovative per produrre energia da fonti alternative ai combustibili fossili. A farne da esempio è il Rensselaer Polytechnic Institute, negli Stati Uniti, dove un team di ricercatori ha studiato le potenzialità del lignosolfonato – uno dei rifiuti dell’industria cartaria – nel campo dell’energy storage e ha sviluppato un metodo efficace e sostenibile per utilizzare questa biomassa col fine di costruire batterie litio-zolfo ricaricabili. Nella sua forma elementare, lo zolfo non è conduttivo, ma lo diventa se combinato con il carbonio a temperature elevate. Di contro però, può facilmente dissolversi nell’elettrolita della batteria, causando il deterioramento degli elettrodi dopo solo pochi cicli. Questa tecnica fornisce un modo semplice per creare un catodo ottimale a base di zolfo da una singola materia prima. Ma soprattutto permette di imprigionare lo zolfo nel carbonio evitando che “si mescoli” all’elettrolita. Il team di ricercatori ha inoltre affermato che il prototipo di batteria al litio-zolfo, che attualmente ha le dimensioni di una pila da orologio e può essere ricaricata circa 200 volte, verrà perfezionato ulteriormente in futuro ridimensionando il dispositivo per aumentare la velocità di carica/scarica e la durata del ciclo della batteria.

Energia, verso una cultura dell’innovazione


Secondo il Rapporto 2017 Agi-Censis, “La cultura dell’innovazione“, è dall’innovazione che arriveranno le risposte più importanti per affrontare la sfida complessa della sostenibilità e la de-carbonizzazione dell’economia. A tal proposito, tra le infrastrutture più gradite dagli italiani, secondo i dati contenuti nel rapporto, ci sono i parchi fotovoltaici con una percentuale dell’82,4%, le stazioni ferroviarie ad alta velocità (76,4%) e i parchi eolici (73,3%) ,mentre tra quelli meno graditi al primo posto troviamo le raffinerie di petrolio con il 77%, seguite da centrali elettriche a carbone (76,5%) e impianti chimici o metalmeccanici (63%). C’è fiducia dunque nelle nuove tecnologie e nelle nuove scoperte: il 65,6% degli italiani è profondamente convinto che diventeremo tutti produttori di energia creando uno scenario “smart-grid”, in cui non sarà più solamente il consumo ad accomunarci ma anche la produzione. Il 57,6% degli intervistati si è dichiarato sicuro che, grazie all’innovazione, avremo presto tutta l’energia di cui abbiamo bisogno senza impatti significativi sull’ambiente. Profonda e diffusa la convinzione che nei prossimi trent’anni assisteremo e parteciperemo a mutamenti profondi degli scenari energetici: secondo alcuni sarà un mutamento gestibile, secondo altri il cambiamento sarà preponderante per ciò che concerne le risorse energetiche e il conseguente e addizionale aumento di divari sociali.